News: Il 2 Giugno nella promessa di libertà della nostra Costituzione

I.I.S. Einaudi-Mattei

Il 2 Giugno nella promessa di libertà della nostra Costituzione

  • 01 Giugno 2020
  • News

di Pamela Di Mambro e Fabrizio Piva

Il 2 giugno – festa della nostra Repubblica – è anche il giorno della libertà, edificata attraverso la Costituzione, le cui basi sono state gettate proprio in quel referendum, in cui si votarono pure i rappresentanti dell’Assemblea Costituente. Appare evidente che, qualunque sarebbe stata la forma di governo del nostro Paese, gli italiani sentissero il bisogno di democrazia, legalità e, quindi, di libertà.

Come filo conduttore di questo lungo percorso nel dedalo delle più belle riflessioni che hanno ispirato le donne e gli uomini – le nostre madri e i nostri padri – che misero inchiostro sul bianco delle macerie della nostra storia, c’è proprio la libertà.

Essere liberi vuol dire formarsi, avere accesso agli studi e all’istruzione, perché, la nostra Costituzione – immagine di ciò che possiamo e dobbiamo ottenere – garantisce che «la scuola è aperta a tutti» (art. 34), senza se e senza ma. E per permettere l’effettività di queste parole, provvede «con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze» alle esigenze di chi è privo di mezzi, perché tutti «hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». E, in più, se nel 1946 tali diritti erano obbligatori almeno fino ai primi otto anni di scuola, nel 2005, il decreto legislativo n.76 ha esteso la forbice temporale fino ai dodici anni, «sino al conseguimento di una qualifica almeno triennale».

La scuola è il luogo simbolo delle libertà, idiosincrasia medica perfetta nei confronti delle restrizioni e della dittatura: l’articolo 33, infatti, ricorda che «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». Lo Stato così agisce all’interno dei limiti di altre competenze. Ogni docente, del resto, dovrà agire nel pieno rispetto delle libertà – di culto, ideologiche, culturali – di ogni studente.

E dopo la scuola? La Costituzione non abbandona lo studente, ma lo accompagna nel mondo delle professioni, perché «cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori» (art. 35). Non esiste libertà più bella dell’essere felici del proprio lavoro, agendo con sicurezza responsabile, difendendo i propri diritti e scoprendo la gratificazione di una giusta remunerazione. Il lavoro è dignità e lo Stato «tutela anche il lavoro italiano all’estero», prezioso ai fini di un discorso sempre più europeo e internazionale.

Libertà è, dunque, pace, perché la cooperazione tra gli Stati, la crescita e il benessere possono essere attuati solo in un clima di scambio fruttuoso reciproco. Anche su questo punto la nostra Costituzione – anticipando perfino la Dichiarazione universale dei Diritti umani delle nazioni unite – sa come aprire le sue porte sul mondo, perché «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli» (art.11). E non solo: la pace, bene supremo, limita l’autogoverno, la sovranità, per costruire percorsi e progetti comuni, come l’Unione Europea.

Libertà e pace: le immagini delle parate militari celebrative del 2 giugno sono lì a ricordare quanto si è combattuto per giungere, oggi, ad apprezzare e conoscere meglio la nostra Costituzione, ma sempre e comunque nel cammino di costruzione della pace e della democrazia secondo quel progetto che tutti insieme siamo chiamati a realizzare ogni giorno.